sabato 7 marzo 2015

Merkel. Certi sconti non sono mai volontari

Fonte
Il Fatto quotidiano
2 febbraio 2015
Chi va con lo zoppo, impara a zoppicare. Forse è colpa dei troppi soggiorni in Italia, se anche Angela Merkel ha incominciato a raccontare frottole, come i politici locali fanno impunemente da decenni. Vedi le sue recenti affermazioni sulla crisi greca all Hamburger Abendblatt, riprese dalla stampa italiana: "C'è già stata una rinuncia volontaria dei creditori privati; alla Grecia le banche hanno già abbuonato miliardi".

Peccato che non sia vero. L'hanno provato sulla loro pelle i risparmiatori italiani ma anche tedeschi che, contro la loro volontà, nel 2012 si sono ritrovati con circa 25 euro ogni 100 che avevano di titoli di Stato greci. Per giunta senza la minima tutela per i piccoli risparmiatori, come avvenuto invece per Argentina, Parmalat o Alitalia.

Si potrebbe al massimo sostenere la volontarietà dell'abbuono da parte delle banche. Ma è una tesi tirata per i capelli, date le pressioni che subirono. Proprio un conterraneo della cancelliera tedesca, cioè il capo della Commerzbank Martin Blessing, dichiarò: "È volontario, com'era volontaria la confessione nell'inquisizione spagnola" (vedi Der Spiegel, n. 9/27.2.2012 p. 61).

La frase della Merkel si inserisce in un'ampia campagna negazionistica, che mira a nascondere che la Grecia è fallita, onde far rifulgere più radiosi i meriti dell'Europa nel gestirne la crisi. La verità è che tre anni fa la Repubblica Ellenica ha fatto default, come suol dirsi in ambito finanziario. Tant'è che chi era assicurato contro tale evento ha incassato quanto previsto dai cosiddetti Cds (Credit default swap).

È stata però un'insolvenza parziale. Alcuni sono ne stati colpiti, altri no. Fossimo in ambito privato si parlerebbe addirittura di bancarotta preferenziale. Ci hanno rimesso i risparmiatori, i fondi, le banche ecc., ma non la Banca centrale europea (Bce), perché i titoli che aveva in pancia sono stati preservati dal crac.

Viceversa ora sono proprio quei titoli, che secondo il nuovo governo greco dovrebbero subire un taglio (un haircut, si usa dire). Non quelli in mano ai privati, che infatti sono un po' scesi, ma non precipitati. Da qui a consigliarli, il passo è lungo. Appare però meno azzardato comprare la Grecia che il Venezuela.

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