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giovedì 19 luglio 2012

Fidarsi delle banche per ottenere un mutuo? alcuni suggerimenti per meglio tutelarsi

Un recente sondaggio ha evidenziato che vi sarebbe una forte contrazione della domanda di mutuo per l'acquisto della casa da parte delle famiglie italiane.

La questione è delicata anche perché se è vero che le condizioni di finanziamento - in primo luogo gli interessi applicati dall'istituto di credito - sono più favorevoli, risulta più difficile ottenere un mutuo, in quanto gli istituti di credito chiedono sempre più garanzie.


A differenza del passato, non è più sufficiente iscrivere ipoteca sull'immobile che viene finanziato dalla banca e non rappresenta nemmeno una adeguata garanzia il fatto di avere un lavoro a tempo indeterminato.


Questa è una delle conseguenze della crisi economica e finanziaria che caratterizza questi ultimi anni.


Il Prof. Scienza, con il video che vi proponiamo di seguito, affronta la tematica e propone alcuni suggerimenti per affrontare la questione nel miglior modo possibile.



fonte: www.cadoinpiedi.it

domenica 15 luglio 2012

Il Tribunale di Roma sanziona ancora una volta una banca per la vendita di tango bond

Altra sentenza favorevole per i consumatori nella ormai eterna vicenda tango bond, come potete leggere nel documento che vi proponiamo di seguito.

Il Tribunale di Roma ha sanzionato la banca che ha venduto titoli Argentina a piccoli investitori senza illustrare loro i rischi di investimento connessi a tale operazione finanziaria.

Il giudice ha rilevato che i rischi di investimento relativi alle obbligazioni Argentina erano evidenti già dal 1998, in quanto le società di rating avevano già declassato i bond emessi dall'Argentina:" bond argentini, al momento dell'acquisto da parte dell'attrice, erano gia considerati in modo negativo, quanto al giudizio sull'affidabilita ad onorare gli impegni da parte dello Stato argentino: costituiva un dato acquisito per il mercato quello secondo cui i titoli del debito pubblico argentino erano considerati di problematico rimborso.".

La sentenza è rilevante perchè dimostra, ancora una volta, che le obbligazioni Argentina erano già rischiose ben prima del 2001. Già dal 1998, invero, le società di rating avevano ritenuto non più sicuri i tango bond.

Le banche, non avendo segnalato tali rischi, hanno agito in violazione delle norme di correttezza e trasparenza e, come evidenziato in questa sentenza, devono essere considerate responsabili per i danni cagionati ai piccoli investitori.


Tribunale Roma sanziona una banca per i titoli Argentina

domenica 8 luglio 2012

Le Sezioni Unite della Cassazione chiamate a decidere sul diritto di ripensamento per l'investimento finanziario fuori sede

Il diritto di ripensamento per le operazioni di investimento realizzate fuori sede si applica solo al servizio di collocamento di strumenti finanziari realizzato con la consulenza del promotore finanziario o tutte le volte in cui l'investitore retail viene sollecitato all'acquisto di un prodotto finanziario fuori dai locali della banca?

Il quesito ha caratterizzato le controversie avviate in materia finanziaria in questi ultimi anni ed ha diviso dottrina e giurisprudenza, tant'è che la stessa Corte di Cassazione ha deciso di affidare alla Sezioni Unite il compito di risolvere la questione.

Il caso classico di offerta fuori sede di uno strumento finanziario è quello in cui il promotore finanziario si reca presso l'abitazione del cliente ed offre prodotti finanziari della propria banca.

E' risaputo che questo tipo di attività viene disciplinata dall'art. 30 del d. lgs. n. 58/1998 (Testo Unico della Finanza), il quale dispone, al comma 6,  che " L'efficacia dei contratti di collocamento di strumenti finanziari o di gestione di portafogli individuali conclusi fuori sede è sospesa per la durata di sette giorni decorrenti dalla data di sottoscrizione da parte dell'investitore. Entro detto termine l'investitore può comunicare il proprio recesso senza spese né corrispettivo al promotore finanziario o al soggetto abilitato; tale facoltà è indicata nei moduli o formulari consegnati all'investitore. La medesima disciplina si applica alle proposte contrattuali effettuate fuori sede".


Il successivo comma 7 stabilisce che l'omessa indicazione del diritto di recesso nel contratto di borsa sottoscritto dall'investitore comporta la nullità dell'operazione di investimento" L'omessa indicazione della facoltà di recesso nei moduli o formulari comporta la nullità dei relativi contratti, che può essere fatta valere solo dal cliente".


Si può parlare di offerta fuori sede anche nel caso in cui la sollecitazione all'acquisto di strumenti finanziari avvenga via telefono oppure con modalità internet (il famoso trading on line che riguarda quasi la metà degli investimenti finanziari realizzati in Italia).


E' evidente, quindi, che la questione sollevata riguarda larga parte delle operazioni di investimento finanziario che vengono quotidianamente disposte dai piccoli investitori privati.


All'apparenza, la norma appena richiamata sembra chiara nel limitare l'applicazione del diritto di ripensamento in materia di acquisto di strumenti finanziari solo nel caso in cui si tratti di servizio di collocamento, dove tra intermediario emittente e banca collocatrice esiste un accordo per la vendita di un prodotto finanziario a considizioni di prezzo e di tempo predeterminate. 

Il collocamento di uno strumento finanziario può avvenire attraverso la sollecitazione operata dal promotore finanziario e con l'obbligo di rispetto delle rigide regole previste dalla Consob in materia di collocamento (si pensi all'obbligo di consegna del prospetto informativo).
 
La dottrina ed una parte della giurisprudenza di merito ha ritenuto, però, di applicare in modo estensivo la norma di cui all'art. 30 del TUF, ricomprendendo tale norme anche laddove il promotore finanziario si limita a negoziare con l'investitore l'acquisto di un titolo di borsa, ossia nel caso in cui l'intermediario offra il servizio di negoziazione titoli (e non quello di collocamento).

Questa interpretazione estensiva è stata oggetto di contrasto da parte della dottrina più conservativa (quella filo banche), spalleggiata da parte consistente della giurisprudenza di merito.


La questione è arrivata fino alla Suprema Corte di Cassazione, la quale sembrava aver accolto una interpretazione restrittiva della norma, ovverossia volta a limitare l'applicazione dello jus poenitendi alle sole operazioni di collocamento di strumenti finanziari.


La questione, però, non appare completamente risolta, tant'è che la Cassazione, riscontrata l'esistenza di una forte divaricazione tra le posizioni assunte sia in giurisprudenza in merito alla rilevanza del diritto di ripensamento dell'investitore, ha ritenuto, con Ordinanza del 21 giugno 2012 (che vi proponiamo di seguito), di investire le Sezioni Unite della stessa Corte di Cassazione per dare una parola definitiva al problema appena esposto.


investimento finanziario e diritto di recesso - rinvio a sez unite Cassazione

giovedì 5 luglio 2012

Altra debacle per il sistema bancario italiano: congelati i rapporti di conto corrente di Banca Network

L'epilogo della vicenda di Banca Network appare chiaro ed inevitabile e se ne sono resi conto anche i correntisti della banca che dallo scorso 31 maggio 2012 hanno visto bloccata l'operatività dei propri c/c presso la banca.

Si tratta di circa 30 mila clienti che a seguito della delibera della Banca d'Italia dello scorso 31 maggio, con la quale l'istituto di credito è stato inserito nell'elenco delle banche a rischio, non possono più operare attraverso il proprio conto corrente.

La crisi del sistema bancario italiano, più profonda di quanto viene reso noto quotidianamente, ha segnato un ulteriore colpo con evidenti effetti anche verso la fiducia degli investitori, italiani e stranieri, verso le nostre banche.

Banca Network, che è in misura di amministrazione straordinaria, è stata costretta a congelare i rapporti di conto corrente per poter rispondere alla massa di creditori che stanno "battendo cassa".

Il Comunicato pubblicato dagli amministratori straordinari della Banca non lascia alcun dubbio "In data 31 maggio 2012 i Commissari straordinari di Banca Network Investimenti S.p.A., in
amministrazione straordinaria (MI), con il parere favorevole del Comitato di Sorveglianza e
previa autorizzazione della Banca d’Italia, hanno deliberato la sospensione del pagamento
delle passività di qualsiasi genere, ai sensi dell’art. 74 del d.lgs. 1° settembre 1993, n. 385
(TUB) per il periodo di un mese. 

La sospensione non comprende gli strumenti finanziari della clientela.
La misura si è resa necessaria per fronteggiare la situazione di difficoltà della banca.
Gli Organi straordinari di Banca Network Investimenti S.p.A., intermediario aderente al Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi, stanno definendo un piano di soluzione della crisi che, al fine di salvaguardare i diritti della clientela, contempla l’intervento della Consultinvest SIM e del gruppo Cassa di Risparmio di Ravenna.".

Cosa succede ora ai correntisti di Banca Network?

Abbiamo già trattato, in termini generali, il tema in una recente trasmissione radiofonica a Trentino inBlu (link) ove è stato ricordato che esiste il Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi che garantisce il rimborso per ogni singolo correntista sino ad euro 100.000,00 .

La "chiusura" della banca consentirà ai correntisti di ottenere, quantomeno, il rimborso delle somme depositate fino a tale importo.



mercoledì 4 luglio 2012

Beppe Scienza: «Ai fondi pensione licenza di rischiare»

Il Prof. Beppe Scienza esprime le proprie critiche sul nuovo regolamento in materia di fondi pensioni che sta per essere adottato dal Ministero del Tesoro e che è in discussione in questi giorni.

Il regolamento, sostiene il Prof. Scienza, attribuisce un vantaggio alle grandi società del risparmio gestito le quali possono liberamente utilizzare le pensioni dei risparmiatori senza dover rendere conto a questi ultimi.

Il rischio concreto, come esposto nel video di seguito proposto, è quello di vedere utilizzate le somme accantonate dai lavoratori italiani per le pensioni in prodotti bancari illiquidi e poco trasparenti.

Il Prof. Scienza evidenzia, inoltre, come al lavoratore che investe in fondi pensioni non è concessa nemmeno la possibilità di poter conoscere in quali prodotti investe il fondo pensione, in quanto la banca non è tenuta a fornire specifiche informazioni in merito ai singoli investimenti operati dalla società di gestione del risparmio (SGR) a cui sono affidati gli importi accantonati.



                                                 

sabato 30 giugno 2012

Da Trentino inBlu al blog: un esempio di moneta locale - il Nauno



Questa settimana abbiamo trattato un argomento molto particolare, dedicando la nostra attenzione ad una moneta locale, nata da un progetto del 2009, e che si sta diffondendo nelle zone della Val di Non e della Val di Sole: il  Nauno.

Invero, questo progetto non è il primo che si è sviluppato in Italia e la moneta locale è una realtà che si sta evolvendo velocemente nelle nostre comunità, affiancando il criticato euro e diventando nuovo, o meglio rinnovato, mezzo di scambio tra le persone.

La moneta locale (anche definita moneta complementare) è un semplice mezzo di scambio di beni e servizi tra le persone appartenenti ad una comunità. Viene adottata su base volontaria ed è riconosciuta all'interno delle comunità non come vera e propria moneta, ma come mezzo per poter intermediare l'acquisto di servizi e di beni. La moneta locale non ha valore legale, ma solo convenzionale, ovverossia viene riconosciuta valida solo per comune accordo tra i componenti della comunità.

Le caratteristiche delle monete locali appena sinteticamente richiamate hanno indotto qualcuno a considerarle come dei semplici buoni, mentre in realtà dietro nauno, scec, kro etc. si nasconde un modello di economia alternativo.

Gli esempi di moneta locale sono molteplici e di seguito ne riportiamo alcuni:

1) Arcipelago SCEC
E' una associazione che raggruppa tutti gli esperimenti di moneta moneta locale avviate in Italia.
Con questa associazione è nato lo scec. Questa moneta è utilizzata in alcune zone d'Italia ed 
in particolare, dal 2008, anche nella Città di Trento.

image

2) kro
moneta locale utilizzata a Crotone ed in alcune comunità della Calabria
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3) Eco-aspromonte
moneta locale della zona dell'Aspromonte (Calabria)
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4) Danee
moneta locale in uso in alcune zone di Milano e nella Provincia di Lodi
daneelom

Con l'intervento radiofonico a Trentino inBlu radio abbiamo trattato una particolare “moneta locale” sviluppatasi in Trentino Alto Adige: il nauno.

Per affrontare al meglio l'argomento, ed evidenziare la natura e le caratteristiche che caratterizzano il nauno, abbiamo deciso di invitare Tommaso Dalpez al quale abbiamo esposto alcuni quesiti:
  • Quando e come nasce il progetto nauno? È un progetto locale: quale aree sono interessate al nauno?

Nel 2009 un gruppo di nonesi entusiasmati da una tesi di laurea che analizzava gli aspetti sociali delle esperienza di moneta locale allora esistenti, si chiesero: "ma perché non creare pure nella nostra Comunità una moneta locale?". Decisero così di rimboccarsi le  maniche e inventare la propria moneta locale spinti dallo spirito innovativo che nel passato caratterizzò la popolazione delle valli trentine. Quella gente che dal basso riuscì a mettere in piedi strutture importanti nate per coprire direttamente le esigenze della gente stessa.
Dalle banche, alle cooperative di distribuzione alimentare, consorzi ortofrutticoli, quelli di produzione e distribuzione di energia e avanti così....tante esperienze che un secolo fa' diedero la possibilità alle zone di montagna di uscire dal disagio e lanciarsi nell'era moderna.

  • Come funziona in concreto il nauno? Quali vantaggi per i consumatori?

Il Nauno funziona come un buono sconto applicato in percentuale sul prezzo di una prestazione o di un bene. La percentuale è decisa dal venditore e attualmente va dal 10% al 30%. Per fare un esempio concreto si pensi ai buoni spesa da 1, 5 o 10 euro emessi di tanto in tanto dai supermercati ai propri clienti che li possono usare in determinati periodi (per esempio durante le aperture domenicali) e ovviamente solo nella catena di supermercati che l'ha emesso; il Nauno è la stessa cosa, solo che si spende quando si vuole, chi lo incassa non lo butta via ma lo usa per spendere a sua volta all'interno della rete aderente al progetto. Quindi: la piccola bottega ha la possibilità di proporre veri e propri ribassi sui prodotti integrando l'incasso con i nauni e tornare così in concorrenza con la grande distribuzione, di conseguenza ecco i primi vantaggi per il consumatore: può scegliere dove acquistare; può avere a prezzi scontati i prodotti di migliore qualità (prodotti tipi, filiere corte, ecc) che si trovano nella piccola distribuzione; inoltre, con il Nauno è aumentata la capacità d'acquisto, nelle tasche dei consumatori naunisti oggi ci sono ancora 15000 N che equivalgono ad una capacità d'acquisto di 15.000 euro.
  • Quali effetti – sotto un profilo monetario ed economico – sono collegati al nauno? E sotto il profilo sociale, il nauno incide nella vita della Comunità dove viene scambiato?

Il Nauno rafforza l'economia a "ciclo breve" risaldando le relazioni tra produttori commercianti e consumatori all'interno di un territorio definito. 
Il Nauno fa girare l'economia locale perché non essendo riconosciuto altrove mantiene il circuito economico del territorio.
Per questo motivo il progetto del Nauno ha ricevuto una menzione speciale all'interno di "fare green" Festival dell'economia di Trento 2011.
Sotto il profilo monetario, il Nauno torna ad essere una moneta vera, banconote da tenere sempre nel portafoglio.
La perdita di proprietà "euro" è tangibile visto che ormai pochi lo posseggono realmente, ci si è abituati a possederla in maniera virtuale con carte di credito o depositi in banche perdendone di fatto la proprietà reale.
Dal punto di vista sociale, il Nauno diventa una opportunità per dare una identità alla popolazione anaune. La rete di relazioni che le persone ritrovano riscoprendo piccole botteghe e le loro peculiarità hanno un valore sociale ed identitario immenso.

  • Il nauno, come altre monete locali, si fonda sulla fiducia tra la persone. E' un limite o una forza questo elemento per la diffusione della moneta locale nella vostra Comunità? 


Indubbiamente la fiducia è la base da cui si parte perchè una qualsiasi moneta che non ha corrispettivo in metallo prezioso abbia valore (il discorso vale pure per l'Euro).
Per il caso del Nauno, in un primo momento si è riscontrata una certa resistenza data forse dalla diffidenza che un Progetto del genere può generare per la sua innovatività, in seguito invece si è rilevato un grande entusiasmo e tanta fiducia nei confronti del Nauno; questo perché si è cominciato a capire che una moneta locale può essere gestita in maniera facile e diretta da chi la appoggia governandone la crescita.




Alcuni esempi della moneta diffusa in Trentino Alto Adige.

Nauno da 0,50
           
Nauno da 1







Nauno da 5







Nauno da 10




Nauno da 20

sabato 23 giugno 2012

Da Trentino inBlu al blog: ultime dal mondo del social lending


Il nostro incontro radiofonico del venerdì con gli amici di Trentino inBlu è stato dedicato alle ultime novità intervenute nel social lending, ovvero il cosiddetto prestito tra privati (anche definito prestito peer to peer).

Il social lending consiste nella condivisione (o meglio lo scambio) di somme di denaro tra gli utenti che partecipano ad una piattaforma digitale: il soggetto richiedente una somma di denaro (prenditore) e colui che rende disponibile l’importo – o parte di esso (il cd prestatore) – si incontrano in internet.

Avviene, quindi, un dialogo diretto tra le parti e senza la presenza dell’intermediario bancario (banca – società finanziaria – etc..), o meglio con la presenza di un soggetto bancario (la piattaforma digitale) che si limita ad assumere il mero ruolo di istituto di pagamento autorizzato dalla Banca d’Italia ex d. lgs. 11/2010.

Abbiamo definito questo tipo di operazione come una forma alternativa di credito al consumo, ove i privati dialogano direttamente trovando tra di loro il punto di accordo, scambiandosi somme di denaro.

Come funziona il social lending:

  1. Il privato si iscrive alla piattaforma digitale come richiedente o prestatore;
  2. La società che gestisce la piattaforma procede a “censire” gli aderenti e con particolare riferimento al soggetto richiedente (prenditore) di somme di denaro, l’intermediario esprime una classifica di merito del richiedente (A – B – C) che serve per comprendere il suo grado di solvibilità (è simile al giudizio di rating attribuito alle società/stati).
  3. Richiedente: può chiedere somme di denaro da poche centinaia di euro sino a 25.000,00 euro. Le somme devono essere rimborsate entro i mesi successivi (tra i 12 e i 48 mesi). I tassi di interesse applicati variano tra 8% - 12%;
  4. Prestatore: il prestatore può mettere a disposizione somme di denaro sino a 50.000,00 euro. Tali somme possono essere “indirizzate” verso diversi progetti, ossia destinate a più soggetti richiedenti. Per le somme concesse a prestito, il prestatore viene remunerato con un tasso di interesse.

L’intermediario svolge una funzione di controllo e garanzia per coloro che investono il proprio denaro nella piattaforma, cercando di garantire la trasparenza della propria attività e l’efficacia del controllo effettuato nei confronti del soggetto richiedente.

La piattaforma viene remunerata per la propria attività di intermediazione da parte dei soggetti aderenti alla piattaforma.

Il social lending viene offerto in Italia da alcune piattaforme che si sono presentate negli ultimi anni. Una di queste era Zopa, società anglosassone che si è presentata sul mercato italiano proponendo il proprio modello che tanto successo ha riscontrato in Inghilterra e negli Stati Uniti.

Zopa ha incontrato notevoli difficoltà a proporsi sul mercato italiano ed è stata oggetto di provvedimento di sospensione notificatole da Banca d'Italia nel luglio 2010, causa la violazione di alcune norme previste in materia di intermediazione bancaria (d.lgs. 385/1993).

Zopa ha, di recente, cambiato pelle e si è trasformato in Smartika Spa, una nuova società che opera come Istituto di Pagamento autorizzato ai sensi del d. lgs. 11/2010.

E' intervenuto, successivamente, il dr. Mariano Carozzi della piattaforma digitale di social lending prestiamoci a cui abbiamo richiesto alcune informazioni in merito alla loro attività.


Di seguito, alcuni passaggi dell'intervento del dr. Carozzi.




1. Come funziona la piattaforma di Prestiamoci?

Prestiamoci si occupa di prestiti tra persone, ovvero persone prestano denaro (i Prestatori) ad altre persone che chiedono un prestito (i Richiedenti) e noi gestiamo l’incontro. Disintermediando molti passaggi, offriamo un tasso vantaggioso ad entrambi i profili e permettiamo di diversificare il rischio.

2. Che tassi si applicano?

Il tasso applicato è chiamato “tasso d’equilibrio” perché prende in considerazione sia gli interessi dei Prestatori che dei Richiedenti ed è peculiare del nostro modello.
Sul Mercato Standard il tasso d’equilibrio è del 7,5%: i Richiedenti che accedono hanno un buon merito di credito ed una lunga storia creditizia. Il tasso applicato premia la buona storia creditizia del Richiedente e prende in considerazione il premio al rischio per il Prestatore. Il TAEG medio applicato è del 9%, a nostro parere è molto vantaggioso.
Sul Nuovo Mercato il tasso d’equilibrio è del 10% ed accoglie Richiedenti con una buona storia creditizia ma più corta. Abbiamo aperto questo mercato per dare maggiore possibilità ai Richiedenti e per essere in linea con il trend generale dei tassi.
Il Terzo Mercato ha un tasso d’equilibrio del 12,5% e accoglie persone che hanno già più posizioni aperte; è l’ultimo mercato che abbiamo aperto in ragione della grande richiesta di credito.
Teniamo a precisare che Prestiamoci applica un tasso valutando la persona che richiede il prestito, mentre altri istituti adottano la politica di applicare il tasso rispetto al motivo per cui si richiede il prestito. Per Prestiamoci sia che tu voglia andare in vacanza, che debba pagare il dentista o acquistare un’auto il tasso applicato sarà sempre uguale.

3. Come vi comportate se qualcuno non paga?

Ci sono casi di persone che non pagano e abbiamo verificato che ci sono due tipologie: quelli che non pagano per un problema oggettivo e solitamente ci avvertono in anticipo e quelli che tendono ad approfittarsi della situazione e si negano.
Noi gestiamo internamente il ritardo per tre mesi, dando la possibilità al Richiedente di risollevarsi e di regolarizzare la propria posizione, ma se non c’è collaborazione dopo tre mesi affidiamo la gestione del recupero del credito ad uno studio legale di Milano. Il recupero del credito è un mestiere e bisogna essere determinati nel farlo, per questo collaboriamo con questo studio legale specializzato nel settore che proseguirà per vie giudiziarie. Purtroppo i tempi della giustizia sono lunghi, questo bisogna ammetterlo.

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