giovedì 18 dicembre 2014

Debito. Quel terrore (infondato) da default

Beppe Scienza
17/09/2014
Per piazzare fondi comuni e simili, impiegati di banche, di sim e promotori finanziari non esitano a raccontarne di tutti i colori. Ad esempio che i titoli di Stato italiani non sono più sicuri, perché il Tesoro potrebbe ridurre gli interessi, sospendere i rimborsi ecc. Il motivo sarebbero le clausole di azione collettiva (cac), introdotte a partire dall'anno scorso nei regolamenti delle emissioni di durata superiore all'anno.

Su Internet abbondano i commenti allarmistici, con idiozie del tipo "una norma che consente la confisca automatica dei Bot in caso di crisi". Ma soprattutto si sono buttati a pesce i venditori porta a porta. Ho sottocchio per esempio l'e-mail di uno della Mediolanum, con affermazioni false o comunque tendenziose, inviata per spaventare i risparmiatori e spingerli a vendere i loro Btp, comprando invece la sua merce.

Ebbene, non è vero niente. Per cominciare la cac sono obbligatorie per tutti gli stati dell'eurozona, quindi anche per le nuove emissioni di titoli tedeschi, i cosiddetti bund, ritenuti sicurissimi.

Poi tali clausole di per sé non aumentano né diminuiscono il rischio di insolvenza (o default) né dell'Italia né della Germania. Negli anni passati sono falliti e sono stati ristrutturati i titoli di parecchi stati (Ucraina, Argentina, Ecuador ecc.) senza che i loro regolamenti contemplassero tali clausole. Gli stati fanno crac con o senza cac. Anche la Grecia ha deciso il default, introducendole solo a posteriori.

Anzi secondo la tedesca Bundesbank potrà essere difficile raggiungere le percentuali previste per ristrutturazioni, 75% o 66,7% a seconda della procedura, per i molti titoli in pancia alle banche centrali (Monatsbericht, Feb. 2013, p. 45). Ma soprattutto esse non sono contro i risparmiatori, bensì contro i fondi avvoltoio. Servono a impedire che capiti come con l'Argentina, dove la stragrande maggioranza degli obbligazionisti ha aderito. Ma poi qualche furbastro ha comprato un po' di titoli a prezzi stracciati, per esempio al 15%, e grazie alla sentenza di un giudice americano vorrebbe ottenere da Buenos Aires il 100% del valore nominale.

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