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giovedì 7 aprile 2011

Da Trentino inBlu al Blog: Lehman Brothers - a che punto siamo?

PREMESSA

Il fallimento di Lehman Brothers rappresenta il punto più basso (o punto iniziale?) della crisi economica che ha avvolto il sistema bancario mondiale del 2008 e che a tutt'oggi non si è ancora risolto.

Una banca prestigiosa con un giudizio di merito (rating) elevato collassa all'improvviso e attesta il fallimento dell'intero sistema del credito fondato sui mutui subprime.

CRONOLOGIA DI UNA CADUTA

Descriviamo i passaggi che hanno portato alla caduta del sistema bancario americano ed in particolare alla crisi Lehman

8 febbraio 2007: arrivano i primi segnali di crisi – colossi bancari come HSBC e New Century Financial Corp annunciano pesanti perdite nel proprio portafoglio di subprime USA

Aprile 2007: in Europa si manifestano i primi segnali della crisi bancaria. Negli Stati Uniti, Bear Stearns – uno degli istituti bancari più esposti in titoli garantiti da mutui subprime, annuncia la propria difficoltà a mantenere l'impegno in tali operazioni.

Giugno 2007: si acuisce la crisi mutui in Europa. Varie banche annunciano conti in rosso e sicuri tagli;

Agosto 2007: si accentua lo stato di emergenza di alcuni istituti bancari inglesi. La Northern Rock e Barclays chiedono un finanziamento straordinario alla Bank of England. In America si moltiplicano i casi di piccoli istituti bancari che dichiarano la propria difficoltà economico/finanziaria.

7 agosto 2007: American Home Mortgage Investment Corporation si dichiara insolvente

9 agosto 2007: la Banca Centrale Europea, dopo aver atteso gli eventi, decide di immettere sul mercato quali 100 miliardi di euro per venire incontro alle banche in difficoltà.

20 agosto 2007: la FED avvia una serie di misure in favore delle banche. Taglia il tasso di sconto e si impegna a ritirare i titoli bancari tossici dal mercato.

Settembre 2007: i clienti della Northern Rock chiedono di estinguere i depositi. Il Governo Inglese si impegna a garantire i correntisti per i propri risparmi.

Dicembre 2007: la crisi bancaria si avverte anche nei giudizi di solvibilità dele banche: le principali società internazionali di rating abbassano il grado di merito di molti istituti di credito.

Febbraio 2008: la Northern Rock viene nazionalizzata

Marzo 2008: JP Morgan Chase acquista Bear Stearns

Luglio 2008: continuano i fallimenti di piccoli istituti di credito americanti – gli USA nazionalizzano Fannie Mae e Freddie Mac (tra i più grandi produttori di finanza strutturata fondata su mutui subprime).

15 settembre2008: fallisce Lehman Brothers

La sequenza temporale degli eventi appena proposta è parziale e si ferma alla fine di Lehman Brothers. Successivamente alla scomparsa di una delle banche americane più prestigiose e storiche, altri istituti di credito hanno sofferto pesanti crisi e sono stati oggetto di operazioni di salvataggio.
Quali conseguenze per gli obbligazionisti? Il fallimento di Lehman ha danneggiato, ancora una volta, gli acquirenti di obbligazioni, i quali si sono trovati con titoli privi di alcun valore.
L'avvio della procedura di fallimento (ancora in corso) ha certificato la fine di Lehman ed ha costretto molti risparmiatori ad inserirsi nella procedura del Chapter 11 pur nella consapevolezza che le possibilità di ottenere parte delle somme percepite è assai minima.

MA I TITOLI LEHMAN NON ERANO GARANTITI DA PATTI CHIARI?

Uno degli aspetti più particolare delle obbligazioni Lehman Brothers è che le stesse godevano, fino a qualche giorno prima della dichiarazione di insolvenza, di buon grado di merito attribuito dalle società di rating indipendenti: Lehman ed i suoi titoli vantavano rating “A”.

Tale giudizio di merito aveva permesso ai titoli Lehman di essere inclusi nella lista “obbligazioni a basso rischio” redatta dal Consorzio Patti Chiari (ABI), in quanto considerati titoli affidabili e di buon rendimento.
Il fallimento di Lehman e il conseguente default dei titoli obbligazionari ha certificato il fallimento dell'esperimento Patti Chiari ed ha dimostrato che tale iniziativa, lacunosa e tutt'altro che affidabile, non ha portato alcun significativo miglioramento nei rapporti cliente/banca. Occorre ricordare che il titolo Lehman è rimasto nella lista “obbligazioni a basso rischio” fino al giorno del fallimento del colosso bancario americano.
Le banche italiane, approfittando del giudizio benevolo dato da Patti Chiari a Lehman, hanno proseguito a vendere titolo pericolosi sino al 15 settembre 2008, sostenendo la solidità delle obbligazioni proprio perchè inserite in tale lista.
Il Tribunale di Torino è di recente tornato sulla vicenda Lehman ed ha individuato una responsabilità della banca per non aver adeguatamente informato il cliente sui rischi di investimento ed anzi aver chiaramente indicato che l'obbligazione era inserita nella lista Patti Chiari. Nel caso in cui il titolo avesse subito forti cali, la banca avrebbe informato tempestivamente la cliente di tale circostanza al fine di valutare se mantenere o meno l'investimento in Lehman Brothers.
Il giudice ha osservato che nella concreta fattispecie la banca aveva assunto un obbligo informativo successivo come si evince dall'indicazione contenuta nell'ordine di investimento: "N.B. in base agli andamenti di mercato il titolo potrà uscire dall'elenco successivamente alla data dell'ordine. Il cliente sarà tempestivamente informato se il titolo subisce una variazione significativa del livello di rischio".
La banca avrebbe dovuto informare il cliente dell'imminente rischio insolvenza dei titoli Lehman. Tale mancanza configura una responsabilità della banca per i danni patiti dal risparmiatore (vedi Lehman Brothers: IntesaSanpaolo condannata al risarcimento del danno per omessa informativa).

A CHE PUNTO SIAMO?
La procedura fallimentare sta procedendo ed esiste la possibilità per i risparmiatori che si siano inseriti nel Chapter 11 di Lehman di ottenere parte delle proprie somme investite.

La via alternativa è quella di agire nei confronti dell'intermediario finanziario che vi ha venduto questi titoli anche se tale strada deve essere valutata con la dovuta attenzione.



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