venerdì 2 ottobre 2009

Zopa.it





ZOPA.IT: BANKITALIA AFFOSSA IL SOCIAL LENDING IN ITALIA?
L'estate 2009 è stata caratterizzata dalla vicenda Zopa.it che potrebbe passare alla storia come quella che ha segnato la prematura fine del social lending in Italia.


Cos'è il social lending?
Il social lending (definito anche peer – to – peer lending) rappresenta una nuova forma di prestito, e si fonda sul passaggio della moneta direttamente dal prestatore (lender) al richiedente (borrower) con la quasi assenza di un intermediario (almeno secondo l'interpretazione offerta da taluni analisti).
Zopa.it, ovvero il più famoso social lending esistente, opera secondo una modalità semplice e rapida: il richiedente si iscrive al sito web, compilando un questionario con il quale fornisce le proprie caratteristiche finanziarie. Contestualmente egli indica l'importo che intende richiedere (tra i 1.500,00 € e i 15.000,00 €) e la durata del prestito.
La società, sulla base dei dati ricevuti, esprime una classifica di merito del richiedente (A+, A, B, C) fondata sulla garanzia di rimborso del credito. I richiedenti che risultino nella classifica di merito oltre la lettera "C" vengono automaticamente scartati e la loro richiesta non viene accettata.
A seconda della classifica di merito ricevuta, il richiedente potrà vedere irrogata la somma di denaro secondo modalità prestabilite e con un tasso relativamente basso (sicuramente inferiore a quello previsto dai principali istituti di credito).
Simultaneamente, Zopa.it provvede a ricercare i prestatori di denaro (c.d. lender) che, di fatto, mettono a disposizione liquidità per soddisfare le richieste. La ricerca si fonda sull'analisi delle migliori proposte, previo controllo delle caratteristiche e della solvibilità dei prestatori.
La società, raccolto il denaro dai prestatori secondo il tasso di interesse determinato, provvede a "girare" l'importo al richiedente, incaricandosi del servizio di gestione del successivo incasso mensile della rata composta dal capitale rimborsato, maggiorato dei relativi interessi.
La forza dell'iniziativa appena succintamente descritta è quella di ridurre al minimo i costi di intermediazione, garantire tassi di interesse più bassi rispetto a quelli ordinari e, più in generale, limitare l'attività svolta dall'intermediario alla mera figura del mediatore creditizio.


Il caso Zopa.it
La società ZOPA (acronimo di Zone Of Possible Agreement) rappresenta l'esempio più famoso del modello di "prestito sociale" sin qui descritto ed il suo largo successo mondiale dimostra come l'idea di fornire somme a prestito attraverso la rete internet sta trovando apprezzamento da parte dei consumatori.
Zopa, nata in Inghilterra attorno al 2005, ha iniziato ad operare sul territorio italiano dal gennaio 2008, fornendo i propri servizi attraverso il sito web www.zopa.it, previa iscrizione nell'albo degli intermediari finanziari (art. 106 TUB) istituito dalla Banca d'Italia.
Bankitalia, all'atto dell'iscrizione, ha ricondotto l'attività svolta dalla società tra quelle di mera mediazione creditizia, svolta attraverso la piattaforma elettronica, mediante la quale finanziatori e richiedenti possono ritrovarsi.
Inizialmente, quindi, l'Autorità di controllo non ha ravvisato alcuna violazione delle norme previste in materia dal D.Lgs. 385/1983 da parte della Zopa S.p.A. ritenendo legittima l'attività di gestione svolta dalla società presieduta da Maurizio Sella.


Il servizio di prestito sociale offerto da Zopa.it, tuttavia, viene di fatto cancellato dal Ministero dell'Economia e delle Finanze – Dipartimento Tesoro con provvedimento del 26 giugno 2009 (Decreto n.258/385 – C ).
E' lo stesso Maurizio Sella, AD della società, ad informare gli utenti del provvedimento adottato attraverso il blog con comunicazione del successivo 13 luglio 2009.
Quali le ragioni del decreto promulgato dal Ministero?
In buona sostanza, il Ministero ha seguito le indicazioni fornite da Bankitalia, la quale ha ravvisato numerose violazioni della normativa di settore da parte di Zopa.it e, senza voler entrare nei particolari del provvedimento di cui si discute, un certa “opacità” del servizio offerto dal social lender.
In particolare l'Istituto di vigilanza ha contestato alla società l'assenza di un conto ben definito intestato ai prestatori di denaro (lender) ed ove i denari degli stessi vengono usualmente collocati.
E' risultato, infatti, che i fondi accumulati dalla società venivano depositati su un conto alla stessa intestato. Zopa.it: in altre parole, la società si è ritrovata a svolgere attività bancarie priva delle necessarie autorizzazioni.
Bankitalia, secondo altri rumors, avrebbe anche contestato a Zopa.it violazioni in materia antiriciclaggio.
Quest'ultima ha ribadito in queste ultime settimane l'intenzione di avviare un servizio di "apertura di conto di moneta elettronica intestato ad ogni singolo prestatore", cosicché risulterebbe più evidente il collegamento diretto tra prestatore e richiedente, nonché la funzione di mero mediatore assunta dalla stessa Zopa.it.
Il provvedimento del Ministero è stato impugnato dalla Zopa S.p.A. innanzi al Giudice amministrativo: tuttavia sia in prime che in seconde cure l’istanza cautelare di sospensione dell’efficacia del provvedimento impugnato è stata rigettata.
Zopa, pertanto, al momento è stata costretta ad interrompere la propria attività.
Conclusioni
Federcontribuenti ritiene che il social lending sia, in termini generali, una forma alternativa di svolgimento del servizio di prestito del denaro che merita grande attenzione e rispetto. Ciò anche in considerazione delle difficoltà con le quali è possibile ottenere un finanziamento.
Ciò premesso, condividiamo l'atteggiamento severo assunto da Bankitalia, che ha ravvisato caratteri di "scarsa trasparenza" nel servizio offerto dalla società di lending.
Questa Associazione ha sempre ritenuto fondamentale, ai fini del corretto svolgimento dei servizi bancari, che ogni intermediario agisca nel pieno rispetto della normativa di settore e quindi con correttezza e trasparenza.
Federcontribuenti non può che plaudire alla Banca d'Italia per il proprio intervento nella speranza, però, che tale comportamento severo ed intransigente venga tenuto anche nei confronti degli intermediari tradizionali.
Allo stesso tempo, riteniamo importante che Zopa.it, data giusta risposta alle richieste avanzate da Bankitalia, possa continuare a svolgere la propria attività di mediazione creditizia offrendo un servizio alternativo ai risparmiatori, estremamente conveniente.
fonte: Federcontribuenti

5 commenti:

  1. Buongiorno,
    innanzitutto una buona notizia: il Prestito tra Persone in Italia non e' finito, ma risorge con una nuova iniziativa: www.Prestiamoci.it, che e' stata autorizzata ad operare da Banca d'Italia i primi giorni di agosto e che dal primo di ottobre ha iniziato la sua attività.
    Prestiamoci intende declinare il Prestito tra Persone con un modello interamente nato in Italia per la comunità italiana.
    Quali le note di discontinuità con i modelli precedenti? Innanzitutto non esistono classi di rating: o sei della Comunità, o sei fuori.
    E se ti sei meritato di entrare, te la potrai giocare senza etichette di serie A, B o C. Vincenti saranno la tua 'faccia' e la validità del tuo progetto.
    Di conseguenza, il tasso sarà unico, per semplificare le cose e per schiacciare al massimo i costi di transazione.
    L'investitore, da parte sua, renderà sicuro il suo investimento spalmandolo su 30 diversi progetti grazie al nostro modello di gestione del marketplace, e potrà decidere di dare più soldi ai progetti che maggiormente condivide.
    E poi....ci sono tantissime altre novità, che ci piacerebbe fossero evidenziate grazie ad una visita approfondita del nostro sito.
    Vi invitiamo ad iscriverVi e a farci sapere al più presto il Vostro parere.
    A presto!
    Giovanni - Prestiamoci

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  2. Ciao,
    Ho avuto modo di guardare per la priva volta il sito web www.prestiamoci.it: ancora non mi sono formato una mia idea, ma mi riprometto di "studiarlo" per bene.
    poi ti dirò la mia...mi piace l'idea - finalmente - di rendere noto i partners del progetto: è un passo in avanti verso quel concetto di "trasparenza" che viene tanto invocato a livello normativo.
    Ti prometto un primo commento quanto prima.
    ciao e grazie

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  3. Ciao,
    hai toccato una delle corde che maggiormente ci interessano: la trasparenza.
    Creare una Community vuol dire fare in modo che le persone al suo interno creino quella fiducia reciproca che e' alla base del funzionamento del social lending, e che ci fa ritenere che i tassi di default all'interno delle comunità 'vere' siano di gran lunga inferiori allo standard del credito tradizionale.
    A presto

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  4. ciao MB,

    ti rubo un istante per condividere con te i numeri di Prestiamoci a tre mesi dal lancio: https://www.prestiamoci.it/newsletter

    per qualsiasi domanda e/o informazione fatti sentire (info@prestiamoci.it)

    a presto!
    Micaela - Prestiamoci

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  5. Ciao, vi informo che siamo tornati sull'argomento social lending.
    http://consumatoreinformato.blogspot.com/2010/10/da-trentino-inblu-al-blog-social.html

    Attendiamo tuo commento

    grazie

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